Circolo Sardegna 2021
Circolo Culturale Ricreativo SARDEGNA di Como APS
‘Il Circolo Sardegna di Como ha ricordato la figura e l’opera del professor Giuseppe Brotzu
nel quarantennale della scomparsa
Quarant’anni
fa,
l’8
aprile
1976,
moriva
Giuseppe
Brotzu,
un
grande
scienziato,
che
fu
anche
Presidente
della
Regione Sardegna e importante sindaco della città di Cagliari.
Il
Circolo
Sardegna
di
Como
ha
voluto
ricordarlo
organizzando
un
incontro
pubblico
che
si
è
tenuto
nel
salone
di
rappresentanza
del
Collegio
Gallio.
Relatori
principali
il
figlio
dell’illustre
scienziato,
Giovanni
Brotzu,
anch’egli
medico, e il dottor Antonio Paddeu, pneumologo ospedaliero. Moderatore dell’incontro il giornalista Ottavio Olita.
Il
convegno
è
stato
aperto
dal
presidente
del
Circolo
Sardegna,
Paolo
Cristin
che
ha
portato
anche
i
saluti
del
prefetto
della
città,
Bruno
Corda.
Cristin
ha
ricordato
il
ruolo
di
instancabile
promotore
della
conoscenza
della
cultura e della storia sarda svolto dal Circolo Sardegna negli ultimi decenni.
A
lui
si
sono
associati
anche
la
presidente
della
Fasi,
Serafina
Mascia
e
il
vice
presidente
Antonello
Argiolas
i
quali
hanno
sottolineato
la
capacità
che
i
Circoli,
come
quello
di
Como,
hanno
avuto
per
una
piena
integrazione
dei
sardi
nelle
comunità
in
cui
sono
andati
a
vivere
una
volta
lasciata
la
terra
d’origine.
E
poi
la
conquista
di
un’alta
credibilità,
che
si
è
tradotta
anche
nella
possibilità
di
utilizzare
spazi
importanti
delle
città
di
residenza,
come
il
Collegio
Gallio
o
la
stessa
Villa
Olmo
a
Como.
Un
esempio
di
questo
intenso
lavoro
di
integrazione
–
hanno
detto
presidente
e
vice
presidente
della
Fasi
-
è
la
figura
di
Onorio Boi, storico dirigente del Circolo Sardegna di Como ed oggi presidente del collegio dei Probi Viri della Fasi.
Ottavio
Olita
ha
quindi
ricordato
Giuseppe
Brotzu
come
politico
ed
amministratore
pubblico.
Eletto
in
Consiglio
Regionale
nelle
file
della
Democrazia
Cristiana
fin
dalla
sua
prima
costituzione,
dal
1949
al
1955
gli
fu
affidato
l’incarico
di
Assessore
Regionale
all’Igiene
e
Sanità
e
alla
Pubblica
istruzione
nelle
giunte
guidate
prima
da
Crespellani
e
poi
da
Efisio
Corrias.
Dal
1955
al
1958
divenne
a
sua
volta
Presidente
della
Regione
e
guidò
due
giunte
monocolore
DC.
Il
suo
primo
obiettivo
fu
combattere
la
malaria,
che
decimava
la
popolazione
perché
era
convinto
che
“senza
salute
non
vi
è
benessere
e
ricchezza
di
un
popolo”.
E
proprio
sulla
base
della
sua
impostazione
sanitaria
e
scientifica
furono
costruiti
i
primi
nuclei
degli
ospedali
di
Bosa,
Sorgono,
Muravera,
Olbia,
Tempio, San Gavino Monreale, La Maddalena e il CTO di Iglesias.
Finita
l’esperienza
regionale,
nel
1960
divenne
sindaco
di
Cagliari
e
rimase
in
carica
fino
al
1967.
Guidò
quattro
giunte,
tre
di
centro,
una
di
centro
sinistra,
affiancato
dallo
storico
leader
socialista
sardo
Sebastiano
Dessanay. In tutte le giunte fu assessore anche Paolo De Magistris.
Il suo primo impegno fu
quello
di
trasformare
Cagliari
in
una
città
moderna,
dotata
di
un
Piano
Urbanistico
e
di
trasporti
pubblici
municipalizzati.
Furono
progettate
in
quegli
anni
importanti
opere
pubbliche
come
lo
Stadio,
il Teatro Comunale, la Cittadella dei Musei, la Scalinata di Bonaria, la strada panoramica di Monte Urpinu.
La
politica
vissuta
come
servizio,
al
pari
della
sua
attività
di
scienziato.
Salute
fisica
e
salute
materiale,
oltre
a quella spirituale, data la sua intensa religiosità.
La
sua
straordinaria
figura
di
scienziato
è
stata
poi
ricordata
dal
dottor
Paddeu
e
dal
figlio,
Giovanni
Brotzu.
Prima
dei
loro
interventi,
il
dottor
Vittorio
Bosio,
direttore
sociosanitario
dell’Azienda
Sociosanitaria
Lariana,
ha
con
grande
onestà
e
sincerità
ammesso
che
prima
dell’occasione
fornita
dal
convegno
non
aveva
mai
saputo
che
lo
scopritore
delle
cefalosporine,
ancor
oggi
sostanza
fondamentale
nella
lotta
a
tante
malattie,
fosse
stato
il
professor Brotzu.
Il
dottor
Paddeu
ha
fornito
quindi
le
cifre
dell’utilizzo
che
si
fa
delle
cefalosporine
sulla
base
della
sua
esperienza
quotidiana
negli
ospedali
Sant’Anna
e
di
Cantù
e
di
quante
vite
vengano
ancor
oggi
salvate
grazie
alla
scoperta fatta da Brotzu il 20 luglio del 1945.
Come
il
professor
giunse
a
quella
scoperta
è
stata
poi
la
parte
più
emozionante
del
racconto
fatto
dal
figlio
dello
scienziato.
Una
vasta
area
di
Cagliari,
devastata
dai
bombardamenti
della
seconda
guerra
mondiale,
aveva
una
zona
che
misteriosamente
teneva
i
suoi
abitanti
al
riparo
di
gravi
malattie
come
il
tifo
o
la
salmonellosi:
il
quartiere
della
Marina.
Giuseppe
Brotzu
cominciò
a
chiedersi
come
mai,
visto
che
nella
zona
di
Su
Siccu
c’era
uno
degli
sbocchi
a
mare
della
rete
fognaria
cittadina.
I
pescatori
e
le
loro
famiglie
–
che
venivano
soprannominati
culu
fustu
perché
vivevano
sempre
in
mezzo
all’acqua
-
si
alimentavano
prevalentemente
con
quanto
tiravano
su
da
quel
tratto
di
mare.
Cominciò
le
sue
analisi
e
le
prove
pratiche.
Per
avere
un
conforto
sulla
possibilità
che
quelle
sostanze,
alle
quali
diede
il
nome
di
cefalosporine
potessero
essere
componenti
di
un
nuovo
potente
antibiotico,
inviò
dei
campioni
al
professor
Alexander
Fleming,
premio
Nobel
per
la
scoperta
della
penicillina,
e
ai
suoi
collaboratori
Howard
Florey
e
Edward
Abraham.
Correttissimi
Fleming
e
Florey,
non
lo
fu
altrettanto
Abraham
che
fece
brevettare
soltanto
con
il
proprio
nome
la
nuova scoperta e poi vendette il brevetto a due giganti dell’industria farmaceutica mondiale: la Glaxo e la Lily.
Giovanni
Brotzu
ha
anche
ricordato
che
quell’esito
truffaldino
dipese
anche
dal
fatto
che
né
le
istituzioni
sanitarie
italiane,
né
la
Farmitalia,
vollero
dare
credito
alla
scoperta
e
risposero
no
alle
richieste
dello
scienziato
per
poter
approfondire
le
ricerche.
Sta
di
fatto
che
la
scoperta
di
Giuseppe
Brotzu,
degna
di
un
premio
Nobel,
avrebbe
potuto
dare
un
forte
impulso
alla
ricerca
e
all’industria
farmaceutica
italiana.
E
invece
servì
ad
ingrassare
ulteriormente chi già poteva contare su budget miliardari.
Giovanni
Brotzu
ha
infine
ricordato
il
rigore
del
padre
come
educatore,
l’incontro
a
Siena
tra
lo
scienziato
e
la
futura
moglie,
ricercatrice
romana,
che
visse
fino
a
96
anni,
la
morte
di
Giuseppe
Brotzu
avvenuta
all’età
di
81
anni.
La
conferenza
organizzata
dal
Circolo
Sardegna
di
Como,
svoltasi
in
modo
simpatico,
gradevole,
accessibile
a
tutti
su
un
tema
non
proprio
semplicissimo,
è
stata
la
dimostrazione
di
quanti
altri
argomenti
si
possono
affrontare,
parlando
della
realtà
sarda,
oltre
alla
Storia,
alla
Letteratura,
alle
Tradizioni,
all’Ambiente.
Temi
su
cui
spesso si sa molto poco o nulla. Anche in Sardegna.